Il "Progresso" che non controlli (parte 2/3): l'Inquisizione cibernetica.
La "libertà" vigilata di espressione.
Se c'è una lezione che il mondo dei "Social Network" dovrebbe averci insegnato, è che al loro interno si è liberi solo fino ad un certo punto di esprimere il proprio pensiero. Basti pensare alle politiche dei più blasonati [1], i cui gestori hanno implementato sofisticati sistemi di monitoraggio su ogni contenuto pubblicato dagli iscritti. In base a parole chiave, inserite in una lista di argomenti rispetto ai quali solo certe idee (quelle politicamente corrette, ovvero allineate alla mononarrazione dei Media "Mainstream") vengono tollerate e tutte le altre sono invece da bandire senza appello, operatori umani o addirittura algoritmi informatici stabiliscono se il pensiero che l'utente vorrebbe esprimere sia lecito oppure no. Si tratta quindi di un autentico regime di libertà vigilata: un evidente caso di "Deus in machina", perché si impone a chi fa uso di queste tecnologie, ai fini di una condivisione personale o sociale, di restare entro i binari stabiliti da chi ne è proprietario o azionista ed implementati da programmatori informatici. Chi esce da questo ristretto sentiero viene punito con la censura dei propri Post, o addirittura con la cancellazione del proprio Account.
Va sottolineato che questo tipo di censura avviene su base contenutistica, e non comunicativa [2], il che è di una gravità inaudita perché si colpiscono idee e concezioni anticonvenzionali indipendentemente dai modi e toni con cui vengono espresse. Il che significa disconoscere il diritto alla libertà di parola ed espressione, sancito da molte Costituzioni tra cui quella italiana (Art. 21). Siamo dunque di fronte ad un fenomeno decisamente reazionario, il cui sapore è quello aspro dell'Ancient Regime.
NOTE:
[1]: ma questo discorso si applica a quasi tutti i Social attualmente esistenti, sebbene per alcuni in misura minore che per altri.
[2]: specifico che per "Censura comunicativa" intendo quella che blocca i messaggi violenti o espressi in modo volgare. Quest'ultima, solo per i casi di contenuti REALMENTE offensivi nei toni, può essere comprensibile e lecita. Anche se, personalmente, preferisco il concetto di moderazione. Ossia, di un operatore umano che contatti l'autore della frase o del Post, invitandolo ad esprimere gli stessi contenuti in un modo più rispettoso di tutti.
Nostalgia di roghi e censure.
Quando accade che il pensiero non conforme ai diktat di una oligarchia divenga bersaglio sistematico di censura? in quali situazioni? La Storia parla chiaro in proposito: accade ogni qual volta si stanno instaurando Dittature, e poi, dopo il loro effettivo insediamento, continua ad accadere per mantenerle in essere. L'esempio storico a mio avviso più grave ed efferato, in tal senso, è quello legato all'operato della Chiesa Cattolica durante il tardo Medioevo. I Patriarchi del Cattolicesimo avevano creato un sistema perfetto di oppressione delle genti: spacciandosi per unici intermediari di "Dio", e benedicendo i politici e militari di allora (dunque Re e Cavalieri) in cambio dei loro servizi e della loro fedeltà, promettevano la salvezza dell'Anima a chi avesse accettato una vita da schiavo sotto il manto "protettivo" della "Fede" e della Monarchia. Chi si opponeva veniva bollato come eretico, e trattato col pugno di ferro. Intere Nazioni, infatti sono state saccheggiate e date alle fiamme perché volevano mantenere una loro autonomia; decine di intellettuali, scomodi per questo circuito di sfruttamento, sono stati torturati ed uccisi dopo averne sequestrato e distrutto le opere. Testi nei quali era contenuto il loro pensiero, reo di essere troppo innovativo o in qualche modo pericoloso per la secolare permanenza di quei dogmi in virtù dei quali il Clero si garantiva potere e privilegi. Sebbene in forma più "soft", quello che fanno oggi i gestori di "Social" [3] avvezzi alla censura di tipo contenutistico è nella sostanza la medesima cosa: occultare, insabbiare, far sparire il pensiero di chiunque possa risultare sgradito a quelle oligarchie con cui intrattengono rapporti di mutuo beneficio. (A qualsiasi livello, da quello politico a quello finanziario ed economico).
NOTE:
[3]: incluse quelle piattaforme di condivisione di video che, pur non essendo dei "Social Network" in senso stretto, ne applicano le medesime politiche di filtro rispetto alla libertà di parola ed espressione.
L'Inquisizione cibernetica.
Quei "tempi bui" che ci eravamo illusi di aver definitivamente superato stanno tornando; la nuova frontiera dell'Inquisizione è digitale, ma non per questo meno impattante di quella di un tempo, più carnale e feroce. Anzi, al livello di copertura è persino peggiore poiché tramite l'Informatica si può ottenere un controllo capillare, di tipo cibernetico e quindi automatizzato, del Web. Con il rischio, quanto mai attuale, di trasformare quella che avrebbe potuto essere la più grande risorsa per la condivisione di conoscenza (Internet) nella più vasta prigione mai concepita: una prigione senza sbarre solide, ma dai secondini instancabili ed implacabili.
Un bavaglio chiamato "Progresso".
In questo articolo ho dimostrato che il "Progresso", oltre che una mannaia, può anche essere un bavaglio imposto alle genti per mantenerle all'interno del recinto tracciato da chi le opprime. Quasi tutte le più importanti piattaforme "Social" vengono foraggiate (tramite investimenti e/o appalti pubblicitari) da gruppi bancari, corporazioni e privati ricchissimi. Possiamo aspettarci che questi soggetti, ossia la classe sociale padronale del Capitalismo "neoliberista", abbiano un cuore così generoso da metterci in mano strumenti per arricchire la nostra consapevolezza??? Mi piacerebbe credere ancora a "Babbo Natale", ma la censura che ho qui descritto è inequivocabile prova di tutt'altra verità: le piazze del confronto virtuale non sono Agorà [4], bensì parodie di Agorà; oltre a volerci abituare ad una socialità sempre più in differita e diluita, esse mirano infatti ad essere palestre di conformismo e mediocrità dove i sudditi possano scambiarsi solo banalità. Per questo bandiscono proprio quelle domande e quelle riflessioni che più potrebbero contribuire allo sviluppo di un modo critico ed intelligente di leggere la realtà.
NOTE:
[4]: l'Agorà era, nella città della Grecia antica, la piazza principale dove avveniva molta parte del confronto sociale. I più importanti dibattiti politici e filosofici avvenivano in esse.


